Good Vibrations o God Vibrations?

Copertina della rivista Scienza e Conoscenza nr. 66 Ottobre / Dicembre 2018

Le antiche tradizioni orientali e la scienza moderna mostrano come la vibrazione e il suono siano strutture primordiali alla base dell’Universo

(Estratto dell'articolo pubblicato sul nr. 66 della rivista Scienza e Conoscenza - Ottobre/Dicembre 2018)  

Parlare del suono è all’apparenza facile, tanto siamo abituati all’idea. Siamo circondati da suoni e rumori che scandiscono la nostra vita e anche il nostro corpo ne genera incessantemente. Il battito cardiaco, ad esempio, è un suono che ci accompagna sempre, così come il suono del respiro. Tuttavia se vogliamo parlarne in termini scientifici la situazione è molto complessa.

Un po’ di fisica 

Tutto parte dal concetto di onda, perché il suono è essenzialmente la propagazione di un’onda, che a sua volta è un disturbo del sistema che trasferisce energia attraverso lo spazio.

Quindi è ragionevole affermare che il suono è un sistema di trasporto di energia, infatti esso si propaga sotto forma di onde di pressione nell’aria. Questa energia quando incontra un mezzo diverso dall’aria, si propaga diversamente, inducendo dei moti di oscillazione del sistema e diviene vibrazione. Secondo la vibrazione intrinseca del mezzo con cui l’onda entra in contatto potremo avere fenomeni di interferenza costruttiva o distruttiva, situazioni in cui si ha rispettivamente un’amplificazione o una riduzione della vibrazione e quindi dell’energia trasmessa. Quando si ha una interferenza costruttiva e quindi un aumento della vibrazione si dice che vi è risonanza. Un fenomeno di risonanza provoca in genere un aumento significativo dell’ampiezza delle oscillazioni, che corrisponde a un notevole accumulo di energia all’interno del sistema sollecitato.

È importante specificare che è solo il corpo con frequenza analoga a quella risonante che aumenta la sua vibrazione, non i corpi con vibrazioni diverse. Ad esempio il corpo umano non vibra come una massa unica, ma ogni singola parte ha una propria frequenza di risonanza. Gli esperimenti della disciplina scientifica chiamata cimatica evidenziano in modo lampante e chiaro l’effetto dei suoni e delle vibrazioni sulla materia (1). La cimatica ci dimostra che le onde sonore hanno un ordine intrinseco che si manifesta quando attraversando la materia la dispongono in forme ordinate e strutture geometriche di notevole complessità. È quindi importante considerare che questo ordine si riproduce anche all’interno degli organismi viventi. È nozione oramai comune anche per la scienza moderna che l’ordine e la sua complessità intrinseca, ampiamente valorizzati dai sistemi di conoscenza tradizionale, siano elementi determinanti per la salute degli esseri viventi.

Gli effetti del suono sui sistemi biologici

Gli effetti e il valore terapeutico delle vibrazioni sul corpo umano applicati attraverso suoni, battimenti di oggetti sul corpo, effetti visivi e colori sono noti fin dai tempi antichi. La medicina moderna ha iniziato solo recentemente a utilizzare il suono e le vibrazioni in campo terapeutico (2-4) e soprattutto a fini riabilitativi (5) o a scopi diagnostici (6). In tempi recenti le vibrazioni a bassa frequenza hanno trovato applicazioni terapeutiche nel campo della Terapia Vibroacustica (Vibroacoustic Therapy - VAT) con interessanti risultati in svariate condizioni patologiche (7).
Molteplici studi sperimentali invece, dimostrano gli effetti di vario tipo indotti dal suono e dalle vibrazioni sugli organismi biologici in generale e sugli esseri umani in particolare, anche se, inspiegabilmente, non hanno una ricaduta terapeutica secondo la medicina convenzionale.
L’utilizzo del suono non è una prerogativa solo animale: esso viene infatti utilizzato da tutti gli esseri viventi per comunicare, adattarsi ed evolversi. Ricerche recenti hanno infatti dimostrato che le piante utilizzano il suono per comunicare fra loro e per esplorare l’ambiente. Monica Gagliano, biologa evoluzionista della Western Australia University, ha dimostrato che le piante sono in grado di utilizzare le onde sonore per rilevare la presenza di acqua a distanza e quindi dirigere in quella direzione le loro radici (10).

Il suono come radice dell’Universo: dalle stringhe alla sapienza vedica

È intuitivo comprendere come la realtà sia permeata di vibrazioni e di suoni, e la moderna fisica non solo ci conferma scientificamente questa intuizione ma dice anche che la realtà è intrinsecamente formata da vibrazioni. Secondo la Teoria delle Stringhe ad esempio, è lo stato vibrazionale di una stringa che determina le proprietà della materia. La Teoria delle Stringhe assume che le forze fondamentali della natura possano essere considerate come delle corde, stringhe appunto, monodimensionali vibranti. Esse hanno una dimensione infinitamente piccola, a livello della Costante di Planck (10-35 m), si propagano nello spazio e interagiscono fra loro costituendo la rete della realtà. Infatti a un livello dimensionale maggiore della Costante di Planck esse appaiono come normali particelle, con massa, carica e altre proprietà che però sono determinate allo stato vibrazionale della Stringa (11).

Secondo la Teoria delle Stringhe la materia è vibrazione.

Questa visione era già presente e incredibilmente chiara nell’antichità. In ogni sistema di conoscenza tradizionale infatti, il suono, la parola, la vibrazione vengono considerati la radice della creazione e il sostentamento dell’Universo.
Secondo la concezione vedica l’Universo è formato da cinque elementi o stati della materia che derivano dallo squilibrio primordiale nella forma del suono OM. Il suono è l’energia primordiale che si organizza nelle forme della realtà concreta.
Dalla tensione uniforme degli opposti, una simmetria assoluta, si genera una “rottura” che dà luogo a un meccanismo oscillatorio caratterizzato da 3 distinti momenti: propulsione, resistenza e punto di equilibrio, rispettivamente chiamati in sanscrito Rajas, Tāmas e Sattva. Questi, attraverso una cascata di eventi, generano i cosiddetti cinque elementi o Pañca Mahābhūta che costituiscono tutta la realtà. Sono Ākāśa (etere), Vāyu (aria), Tejas (Fuoco), Jala (Acqua) e Prīthivī (Terra) in ordine crescente di densità. In realtà i Pañca Mahābhūta sono differenti stati di movimento, di onde che esprimono la loro diversità attraverso “proprietà” caratterizzanti associate alle possibilità percettive umane. In poche parole sono stati vibrazionali della materia in risonanza con i nostri sensi, per cui sono percepibili.

La sequenza a densità incrementale dei Pañca Mahābhūta racchiude in sé un elemento di primaria importanza: ogni elemento più denso, poiché derivante dal precedente meno denso, ne contiene le proprietà. È evidente quindi come Ākāśa (etere) sia presente e determinante in tutti i Pañca Mahābhūta. È importante considerare che il termine Ākāśa (etere) non corrisponde al vuoto ma al substrato onnipresente che consente agli altri elementi di esistere (12). È il contenitore che permette alla vibrazione primordiale di esistere e generare l’universo. Quindi così come Ākāśa (etere), il suono, inteso come vibrazione, definisce e attraversa tutti gli stati della materia determinandone le caratteristiche. È interessante considerare che il sistema uditivo è il primo dei cinque organi di senso a svilupparsi durante la vita fetale e ad iniziare a mediare il contatto con l’esterno. È ragionevole pensare che anche gli altri sensi si sviluppino sulla base delle informazioni uditive. Il suono non è quindi connesso con l’aria come intuitivamente viene da pensare, ma con la struttura stessa della materia.


 

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Autore
Author: jole