Āyurveda e scienza occidentale - due mondi lontani

Āyurveda E Scienza Occidentale - Due Mondi Lontani | Ayurvedic Point©, Milano
Medicina integrata • novembre 2023
Romina Alessandri • Giornalista Scientifica

Alla ricerca di una vera integrazione fra l’antica medicina e la scienza moderna.

L’Āyurveda è un termine sanscrito che letteralmente vuol dire la "scienza della conoscenza della vita": non è solo disciplina medica olistica, ma anche una profonda filosofia di vita che come scopo ha il benessere psichico, fisico e spirituale dell’uomo.

Pur essendo nata in India migliaia di anni fa, i suoi principi non sono soggetti ai limiti temporali e spaziali, i suoi concetti fondamentali sono considerati "senza tempo".

Esiste, però, un triste e ormai noto divario fra le antiche medicine come l'Āyurveda e le varie branche della medicina e scienza occidentali, incatenate, spesso, a paradigmi e limitate da interessi che provengono da più parti.

Questo divario, che nel tempo si è fatto sempre più evidente, ha man mano consolidato un'idea diffusa (ormai anche in oriente) che reputa l'unica scienza degna di chiamarsi tale quella moderna occidentale.

Per comprendere meglio questo concetto che, purtroppo, ostacola sia il progresso della ricerca che quello della cura, abbiamo coinvolto il dottor Antonio Morandi - Medico, Neurologo, Āyurveda Vaidya (Āyurveda Academy, Pune, India - Joytinat International College of Āvurveda) e Presidente e Direttore della Scuola "Ayurvedic Point" a Milano - che ci ha dato un punto di vista illuminato sulla situazione attuale di "ignoranza" e incuranza del mondo medico verso gli antichi saperi indiani.

«Ci sono espressioni nella letteratura che sono senza tempo e portano una saggezza al di là dei confini culturali e temporali. La letteratura classica dell'Āyurveda è piena di questi esempi, e a mio modesto parere, quello che segue è uno dei più illuminanti:

L'intera miseria relativa ad entrambi (mente e corpo) dipende dall'ignoranza, tutta la felicità risiede nella conoscenza pura.

Questo è un concetto di Caraka Samhitā Su XXX 841 che tutta la comunità scientifica  dovrebbe tenere sempre presente specialmente in questa giorni moderni di presunte certezze scientifiche. Se considerassimo la conoscenza già acquisita dall'uomo lungo la storia e la tenessimo adeguatamente in considerazione, risparmieremmo molto tempo e libereremmo risorse utili per promuovere la vera conoscenza anziché sprecare tempo a riscoprire la ruota. 

L'atto di considerare la conoscenza e l'esperienza del passato è una delle pietre angolari della ricerca scientifica. Tuttavia, nel mondo occidentale moderno, questa analisi retrospettiva non va oltre qualche decennio e soprattutto è principalmente limitata all'emisfero occidentale, come se fosse l'unica parte del mondo dove esiste la scienza. Questa tendenza, purtroppo, è apparsa anche in oriente, dove la scienza occidentale moderna viene talvolta sovrastimata. Questa attitudine di dare valore solo a ciò che segue i criteri della scienza moderna occidentale ha toccato anche l'Āyurveda, generando legioni di ricercatori ayurvedici preoccupati solo di piegare la conoscenza e i principi di questa antica medicina - tristemente e senza comprenderli appieno - per adattarli agli schemi rigidi del "noto" nella scienza moderna».

 

IL MAINSTREAM DELLA SCIENZA MODERNA

«Se la scienza occidentale moderna considerasse ciò che è già stato suggerito da altri sistemi di conoscenza molto più antichi, probabilmente la ricerca potrebbe procedere più velocemente e concentrarsi di più sulla cura del paziente. Dopotutto, la Natura è "una" e le prospettive di diversi sistemi di conoscenza possono farci apprezzare differenti sfumature di questa unità. Penso che sia un grave errore epistemologico, scientifico e culturale negare a priori la validità di pensieri diversi da quelli del mainstream conosciuto.

La salute è uno dei campi in cui potrebbero derivare maggiori benefici dal dialogo dalla connessione tra diversi sistemi di pensiero» prosegue il dottor Morandi.

Eppure, da più parti, anche nella medicina moderna si sente parlare di integrazione e collaborazione fra discipline. Ma come può evolversi la medicina moderna se non guarda con interesse ai traguardi e alle esperienze già acquisite nel passato? 

«L'aumento del carico di malattie - sostiene Morandi - le difficoltà nel far fronte alle crescenti richieste dell'assistenza clinica, e le pipeline inaridite dell'industria farmaceutica e la promessa associata di cure sono solo alcune delle problematiche. Inoltre, l'approccio tanto necessario all'alfabetizzazione sanitaria e alla prevenzione delle malattie, che potrebbe ridurre drasticamente il carico di malattie, è praticamente inesistente. Dove queste informazioni sono disponibili sono limitate a screening e diagnosi precoci mirate alla "medicalizzazione" invece di incoraggiare e informare sulla promozione della salute, il mentenimento della salute, la prevenzione delle malattie e il benessere. Per affrontare queste difficoltà, la medicina moderna mainstream ha dimostrato un interesse crescente per ciò che chiama "Sistemi di Cura Non Convenzionali e Tradizionali'. L'Āyurveda, la più importante e antica medicina tradizionale dell’India, è prominente tra questi sistemi. L'Āyurveda e altri sistemi tradizionali indiani di salute e benessere possono offrire orientamento e apportare enormi contributi in questo. Tuttavia, le regole di interazione tra i due sistemi di conoscenza, lo stile e i meccanismi per regolare e plasmare le relazioni sono tutt'altro che chiari»

 

DAL RIDUZIONISMO ALL'OLISMO

Sembrano due mondi opposti, antitetici e lontani, eppure Āyurveda e scienza moderna hanno tanto in comune e se ci fosse una vera integrazione entrambi sistemi potrebbero fare passi da gigante. Esistono, però, delle peculiarità che rendono questa integrazione molto difficile secondo Morandi: «Tanto la medicina moderna quanto l'Āyurveda si basano sulle loro complesse epistemologie. La prima è prevalentemente riduzionista, mentre la seconda è quasi interamente olistica, con un proprio linguaggio e una propria grammatica che sono estranei ai praticanti della medicina moderna. A causa delle opposte visioni del mondo e degli approcci contrastanti alla salute e al benessere, i due sistemi non possono essere fusi in una nuova entità. 

Inoltre, se l'integrazione è volta all”assimilazione" invece che a un'interazione sinergica e di collaborazione, il risultato sarà una massa amorfa senza punti di riferimento sul contesto storico e sulla significatività dei principi dell'Āyurveda. Nel migliore dei casi, in una tale confluenza, l'Āyurveda rischia di essere ridotta a una mera tecnica nella vasta tela dell'assistenza sanitaria commerciale contemporanea e dei futuri sistemi biomedici. L'integrazione di sistemi medici e/o sistemi di conoscenza così diversi sarà, quindi, possibile solo se l'obiettivo desiderato è una generazione di sinergia e non una "fusione" tra approcci diversi. L’ideale sarebbe lo sviluppo di sinapsi di interconnessioni che consentano il funzionamento armonioso di entrambi i sistemi in modo indipendente ma che possano attingere l’uno dall'altro, quando necessario, e costruire nuove forze».

 

I PUNTI CHIAVE PER ARRIVARE ALL'INTEGRAZIONE

Come affermato, quindi, l'integrazione può avvenire solo dopo una totale comprensione delle peculiarità delle varie discipline: basta pensare che per comprendere bene la profondità del pensiero ayurvedico è fondamentale considerare il modo in cui la scienza è stata comunicata nel pensiero antico indiano e la sua profonda diversità rispetto al nostro attuale modello occidentale e moderno.

È risaputo come i testi classici dell'Āyurveda siano stati scritti seguendo determinate regole di struttura e grammatica al fine di concentrare il maggior numero di informazioni possibile in uno spazio ridotto e renderlo accessibile in un modo peculiare, in base alla preparazione e alla comprensione del lettore. Questa struttura è, evidentemente molto diversa da quella nostra attuale che possiamo ritrovare nelle pubblicazioni su blasonate riviste scientifiche.

«Questo è un passaggio necessario, la conoscenza e la saggezza dell’Āvuryeda sono profondamente radicate nei testi classici. È importante, tuttavia, avere un livello particolare di lettura per comprendere la profonda portata delle informazioni nei testi antichi di questa antica scienza. Le informazioni sono apparentemente sparse in tutto il testo ma, in realtà sono profondamente interconnesse in una rete complessa a diversi livelli. Questa struttura letteraria multidimensionale consente all'esperto lettore di stabilire una connettività tra i vari argomenti, consentendo la creazione di quello che potrebbe essere chiamato un modello olografico di conoscenza in modo simile a quanto accade nel cervello secondo i moderni modelli cognitivi e di memorizzazione», conclude Morandi.

 

ACCORCIARE LE DISTANZE FRA I DUE MONDI

Al fine di interfacciare armoniosamente i due sistemi medici, il dottor Morandi ha voluto identificare alcuni punti chiave. Il più importante tra questi è che l'essenza dei principi fondamentali dei due sistemi deve essere reciprocamente compresa, riconosciuta, rispettata e condivisa. E come contributo alla risoluzione di questo problema, ha proposto un nuovo concetto di Medicina e Scienza Collaborativa (Co.M.S), una sorta di framework che propone la contestualizzazione dell'Āyurveda in almeno tre distinte iniziative:

  1. la riformulazione e la contestualizzazione dei fondamenti dell'Āyurveda,
  2. il modeling dell'Āyurveda,
  3. la localizzazione dell'Āyurveda.

L'approccio collaborativo risultante, basato su un processo di traduzione interculturale, implicherebbe prima di tutto una ricchezza di sforzi per "riformulare" concetti epistemologici fondamentali al fine di renderli reciprocamente comprensibili.

 

1. La riformulazione e la contestualizzazione

È una fase in cui i principi fondamentali dell'Āyurveda vengono esplorati, descritti e spiegati in un contesto diverso nel tempo e nello spazio dall'originale. Questa azione potrebbe favorire la scoperta di convergenze e somiglianze, nonché evidenziare le differenze tra i sistemi di conoscenza, che a lungo termine potrebbero portare all'arricchimento globale e persino a una migliore comprensione di molti concetti medici moderni.

2. Il modeling dell'Āyurveda

Aarà utilizzato per descrivere e formalizzare in modo logico ed oggettivo i principi usati nell'Āyurveda per interpretare la realtà. La simulazione, la visualizzazione, la manipolazione e la comprensione intuitiva delle diverse entità, processi o fenomeni aumenteranno la comprensione individuale e reciproca e creeranno un punto di riferimento per la condivisione e la collaborazione. Un esempio, tra molti possibili, la recente rappresentazione che abbiamo fatto dell’Āyurveda attraverso i Sistemi Complessi Adattivi, che offre una visione innovativa in termini coerenti con la Medicina e la Scienza Moderna. L'applicazione del modello scientifico, concettuale e grafico permetterà di superare il divario comunicativo esistente tra diversi sistemi culturali e di conoscenza.

3. La localizzazione dell'Āyurveda

L'Āyurveda, che nella sua forma pragmatica è emersa secondo il dominio indiano, non può essere semplicemente trasportata attraverso le latitudini. È necessario "estrarre" i principi ayurvedici dalla posizione indiana e riscoprirli in altri ambienti e tradizioni locali. L’attività precedentemente descritta di riformulazione e contestualizzazione sarà di aiuto fondamentale. L'applicazione regionale del concetto di “localizzazione” consentirà un'applicazione versatile dei principi dell'Āyurveda in tutto il mondo, creando sistemi di guarigione adatti alle condizioni locali e alle variazioni individuali. Attraverso la “localizzazione” l'Āyurveda sarà finalmente disponibile per tutti e ovunque.

 

Di queste, la riformulazione epistemologica è il punto cruciale e richiede l'analisi dei punti in comune tra i sistemi. Ciò consentirà l'espressione di iniziative di modeling e localizzazione. Il risultato desiderato è la generazione di una sinergia, piuttosto che una "fusione", tra i diversi approcci. La rete di connessioni risultante consentirà il funzionamento armonioso di entrambi i sistemi in modo indipendente, consentendo loro contemporaneamente di attingere l'uno all'altro, quando necessario, costruendo nuovi punti di forza. Questo processo guiderà un significativo cambiamento di paradigma da un approccio sfaccettato di diverse medicine indipendenti a una possibile ampia rete di medicina interrelata inferenziale.

 


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Dr. Antonio Morandi Medico Ayurvedico | Ayurvedic Point©, Milano

Dr. Antonio Morandi

Direttore della Scuola Ayurvedic Point


Medico, Neurologo ed Āyurveda Vaidya (Āyurveda Academy, Pune, India - Joytinat International College of Āyurveda), è co-fondatore, assieme a Carmen Tosto, di Ayurvedic Point di cui è Chairman e Direttore dal 2002 della Scuola di Āyurveda “Ayurvedic Point”, certificata ISO 9001:2015 e il cui Corso per Tecnici è qualificato secondo la normativa UNI 11756:2019. Il Dr. Morandi è anche Presidente della Società Scientifica Italiana di Medicina Ayurvedica (S.S.I.M.A.)

 

 

Autore
Author: jole