Il Microbioma secondo l’Āyurveda

Il Microbioma secondo l’Āyurveda

Dr. Antonio Morandi

L’antica scienza indiana aveva individuato la funzione e il ruolo dei microrganismi per la nostra salute ben prima della loro osservazione al microscopio

(Estratto dell'articolo pubblicato sul nr. 69 della rivista Scienza e Conoscenza - Luglio/Settembre 2019)

Caraka, il grande medico ayurvedico dell’antica India, scrisse che la sola sorgente di felicità è la conoscenza mentre l’ignoranza è all’origine di
tutte le miserie umane.

È una frase che dovremmo ricordare sempre, soprattutto in questi giorni di presunte certezze scientifiche. Infatti, se considerassimo la conoscenza già raggiunta dall’uomo nel corso della storia e umilmente ne tenessimo conto, risparmieremmo molto tempo e libereremmo risorse utili per un’ulteriore vera conoscenza anziché perdere tempo a riscoprire la ruota.

Considerare la conoscenza e l’esperienza precedente è uno dei capisaldi della ricerca scientifica.

Ma nel nostro mondo questa analisi retrospettiva non supera che qualche decina di anni e sopratutto si limita all’emisfero occidentale come se fosse la sola parte del mondo in cui esiste la scienza.

Questo per introdurre il fatto che il concetto di microbioma, con la sua vertiginosa complessità, era già noto millenni fa in India in tutta la sua importanza fisiopatologica e clinica. Se si considerasse quanto già suggerito da altri sistemi di conoscenza, la ricerca potrebbe andare più spedita ed essere più focalizzata.

Del resto la Natura è “una” e diversi sistemi di conoscenza possono farcene apprezzare differenti prospettive e sfumature. Penso sia un grave errore epistemologico, scientifico e culturale negare a priori la validità di pensieri diversi dal conosciuto.

 

I Krimi: i microrganismi secondo l’Āyurveda

La parola chiave in lingua sanscrita che individua i microrganismi e parassiti descritti dalla Medicina Moderna, è “Krimi”.

È importante tenere sempre in considerazione il fatto che in Sanscrito le parole non indicano nomi ma proprietà o funzioni.

La parola Krimi infatti non indica il microrganismo in sé ma qualcosa che striscia, si insinua, diffonde, aumenta oppure che cresce nella carne. Purtroppo modernamente la parola Krimi è essenzialmente associata al concetto di parassiti ma la realtà è molto diversa: i Krimi non sono solo ossiuri, tenie ecc. ma definiscono il concetto generale di microrganismi. L’influsso riduzionista dell’occidente ha indotto una progressiva semplificazione dei concetti dell’Āyurveda, specialmente nelle traduzioni, privilegiando nel tempo quello che è sensorialmente percepibile e misurabile e trala- sciando invece tutti quegli aspetti principalmen- te inferenziali che esprimono concetti riferiti agli aspetti più sottili della realtà.


Le prime descrizioni dei Krimi si trovano nei Veda, gli antichissimi testi sapienziali indiani, e in particolare nel ṚgVeda, nell’Atharva Veda e nello Yajur Veda1. Ma quello che è straordinario è che nell’Atharva Veda i Krimi vengono divisi in due gruppi: quelli che sono visibili, dṛśta, e quelli che sono invisibili, adṛśta2, evidenziando chiaramente come il concetto di microrganismi fosse già noto migliaia di anni prima di Robert Hooke, che avendo inventato il microscopio li documentò per la prima volta per la scienza moderna.

All’interno di questi due gruppi vengono poi distinte le forme patogene, Durnāma, e quelle non patogene, Sunāma, implicando quindi l’idea degli organismi saprofiti, che vivono cioè in stretto connubio con l’ospite. Ma le sorprese non sono finite qui perché sempre nei Veda sono descritte le malattie derivate dai Krimi, chiamate Krimiroga, con dettagliate descrizioni delle sintomatologie per tipologia d’infezione. La descrizione prosegue indicando gli habitat in cui particolari tipi di Krimi vivono e crescono, e sono perfino documentate le norme igieniche necessarie per impedire la trasmissibilità delle malattie nell’uomo da loro generate.

Addirittura nel ṚgVeda, probabilmente il più antico dei Veda, troviamo la descrizione dei Krimi che infettando l’utero gravidico provocano l’aborto e inducono la sterilità3.

 

Il concetto di microbioma negli antichi testi indiani

Praticamente tutti gli antichi testi classici di Āyurveda parlano dei Krimi, ne descrivono le caratteristiche, le malattie che inducono, le misure terapeutiche e preventive. Ma al di là della descrizione concettuale di microrganismo e delle sue implicazioni per la salute dell’uomo, già espresse in altri testi classici, un concetto comparabile a quella del moderno microbioma lo troviamo espresso nel Caraka Saṃhitā, trattato fondamentale di medicina ayurvedica databile intorno al IV secolo A.C.4.

Il Caraka Saṃhitā è suddiviso in macrosezioni e quella in cui troviamo i Krimi si chiama Vimānasthāna. In questa sezione vengono trattati in una sequenza logica strettissima argomenti che partono dal meccanismo della digestione e la sua importanza per l’immunità, per arrivare alle epidemie, le loro cause e la loro prevenzione.

In questa sequenza, che già di per sé fornisce indicazioni importanti sul livello di conoscenza degli antichi saggi indiani, i Krimi sono trattati nel capitolo sette intitolato “Le caratteristiche specifiche del paziente”. In considerazione della modalità costruttiva dei testi sanscriti, la scelta di inserire i Krimi in questo capitolo è straordinaria perché ci dice chiaramente che i Krimi sono nel paziente, addirittura sono il paziente stesso.

Nel testo viene poi spiegato che dipende dallo stato di equilibrio o squilibrio del paziente se i Krimi si manifestano come patologia oppure no e che le varie modalità di malattia e la loro manifestazione dipendono dalla forza mentale e fisica del paziente stesso.

In Āyurveda viene data particolare enfasi allo stato mentale come fattore determinante della condizione fisica e, in questo caso, anche dell’immunità e della re- sistenza alle malattie. In questo capitolo inoltre, continuando a illustrare le caratteristiche dei Krimi, viene letteralmente affermato che essi “abitano” il corpo umano.

 

(continua su Scienza e Conoscenza)

 

Vedi la rivista su cui è pubblicato l'articolo completo (numero dedicato ai batteri)

Autore
Author: jole