Pranayama
La parola Pranayama è composta da Ayama ovvero "controllo" e Prana, "soffio vitale". Una traduzione possibile, ma non completa, è "controllo del soffio vitale", ovvero controllo del Prana.
Il controllo è effettuato mediante elaborate tecniche di respirazione volte a modificare in vario modo e su diversi livelli i ritmi ed i processi respiratori.
Il Pranayama rappresenta il quarto gradino dell’ottuplice sentiero esposto da Patanjali nel trattato classico Yoga Sutra, secondo gli insegnamento espressi nell’Hatha Yoga Pradipika è posto al secondo gradino, mentre nella Gheranda Samhita costituisce invece il quinto adempimento.
Ponendosi in ordine ben preciso così come è elencato dai testi yogici classici, la pratica del Pranayama presuppone una preparazione preliminare adeguata e accurata, che si attua a vari livelli: etici, fisici e mentali.
La padronanza della corretta postura del corpo si rivela un presupposto indispensabile alla corretta pratica, così come deve essere ben controllato e stabilito il giusto atteggiamento mentale.
Le pratiche del Pranayama devono essere apprese direttamente da un insegnante esperto in quanto potenzialmente dannose sia per gli aspetti fisici che per quelli energetici e mentali.
(Hatha Yoga Pradipika, II, 15)