Prakṛti (e Vikṛti)

Avete mai sentito parlare delle costituzioni ayurvediche? Sicuramente sì: tutti quanti sono sempre curiosi di sapere qual è la propria costituzione, di che Doṣa sono.

La costituzione in Āyurveda è un elemento fondamentale perché è sulla base della costituzione che si definisce le modalità con cui una persona può rimanere in salute oppure può recuperare la salute se è in uno stato di malattia.

Per cui sulla base della costituzione si capiscono quali possono essere i trattamenti o i presidi terapeutici che possono essere più adeguati ad una persona. Sulla costituzione, infatti, si basa la personalizzazione della terapia e quindi dell'approccio ayurvedico.

Il termine che l'Āyurveda utilizza per "Costituzione" è Prakṛti. La parola Prakṛti è una parola sanscrita che vuol dire natura prima, natura primaria, cioè quello che è una persona originalmente, primordialmente.

Infatti viene definita al concepimento.
Nel momento del concepimento si definisce la Prakṛti di una persona, che deriva:

  • dall'unione delle Prakṛti dei genitori
  • e di quella che è tutto l'aspetto e la componente doshica ambientale.

La visione dell'Āyurveda, quindi, è molto raffinata, tiene conto anche di tutti i momenti relativi alla spazio-temporalità del concepimento come elemento determinante di quella che sarà la costituzione di una persona.


Questa costituzione è il nostro zoccolo duro, è quello su cui noi poggiamo la nostra vita e la nostra salute, ed è quello che però man mano che viviamo subisce delle variazioni, ma non delle variazioni nella sua natura più intrinseca: è come se su questa Prakṛti si aggiungessero degli strati, che corrispondono alla nostra esperienza, alla nostra vita e a tutto quello che viviamo, a tutte le nostre esperienze.

Vikṛti

Questi strati, se sono molto spessi e ci impediscono di intuire, di vedere quella che è la nostra costituzione principale, prendono il nome di Vikṛti.

Vikṛti è una parola che indica l'opposto della Prakṛti, cioè
indica uno stato di disequilibrio. Questa Vikṛti può andare dal semplice disturbo fino ad arrivare alla manifestazione patologica conclamata, quindi ad una malattia vera e propria.

 

Da che cos'è definita la Prakṛti? Come detto sopra è definita dalla Prakṛti dei genitori e dalla costituzione dall'aspetto doshico dell'ambiente, quindi deriva fondamentalmente dai Doṣa dei genitori, dai Doṣa dell'ambiente, quindi dai Guṇa dei genitori e dai Guṇa del momento del concepimento.

Quindi ognuno di noi ha una rappresentazione unica di questi elementi ossia dei Doṣa e dei Guṇa.

Normalmente una costituzione di un individuo viene viene così descritta da una combinazione di due Doṣa. Ci sono sempre tutti e tre però normalmente due sono quelli che sono più preminenti e quindi più evidenti. Ci sono degli individui che ne esprimono solamente uno, sono abbastanza rari, o degli individui che esprimono un equilibrio abbastanza armonico di tutti e tre: sono abbastanza rari, ma non tanto rari, i cosiddetti tri-doshici.

Ovviamente a seconda delle combinazioni di questi Doṣa ognuno di noi manifesterà delle tendenze, che sono tendenze fisiche, comportamentali e delle attitudini, e quindi anche delle predisposizioni e quindi sulla base di questa costituzione, in Āyurveda sarà possibile determinare quali sono per esempio i cibi più adatti, l'attività più adatta, il clima più adatto, il lavoro più adatto e tutto quello che in qualche modo fa sì che il nostro equilibrio possa rimanere il più
possibile armonico.

Oppure, nel caso che abbiamo un problema, nel caso che abbiamo una malattia l'Āyurveda agisce proprio lavorando su quella che è la costituzione di base quindi sulla salute, cercando di far sì che l'individuo recuperi questa salute. Nel momento in cui l'individuo recupera questa salute, quindi, a quel punto si dovrà stabilire un regime di vita che in qualche modo farà sì che, attraverso l'appropriato cibo, l'appropriato
regime di vita o stile di vita, non ci siano ulteriori variazioni.

Per far questo ci vuole una valutazione esterna, quindi la valutazione di una persona esperta, di un medico che consiglia una persona, perché noi non siamo in grado di giudicare noi stessi.

Gli stessi medici quando non stanno bene vanno da un collega, non si curano da soli. Chi si cura da solo, anche se è un medico, si fa sempre curare da un
incompetente, perché noi non siamo in grado di vedere obiettivamente quello che abbiamo da un certo punto di vista del disequilibrio della nostra salute.


Quindi in qualche modo noi riusciamo a ristabilire questi equilibri dando alle persone il consiglio più adeguato.

 

 


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Autore
Author: jole

Glossario Ayurvedico

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