Nirvāna

Immagine di Buddha: nel Buddhismo il Nirvāna è il fine ultimo

tratto da “Enciclopedia dello Yoga” di Stefano Piano

Termine derivato dalla radice “vā” preceduta dal suffisso “nir” (cessare di soffiare - estinguersi), designa quindi l’estinzione, o meglio l’esaurimento di un certo stato, senza implicare un annullamento totale. Sia nel buddhismo che nell’induismo (Bhagavad Gītā e diverse Upaniṣad) il Nirvāna è il fine ultimo cui si tende, la liberazione dalla rinascita, lo stato totalmente libero e incondizionato: esso non è quindi prodotto da alcunché, anche se si deve percorrere una certa via per arrivarvi.

La via buddhista per raggiungere il Nirvāna è l’ottuplice sentiero:

  1. retta fede,
  2. retta volontà,
  3. retta parola,
  4. retta azione,
  5. retta vita,
  6. retto sforzo,
  7. retto pensiero
  8. retta meditazione.

Si sa come arrivare al Nirvāna ma non si può definirlo se non per via di negazioni.

A un discepolo che gli chiese cosa fosse il Nirvāna, se fosse esistenza, non-esistenza, esistenza e non-esistenza, oppure né esistenza né non esistenza, il Buddha rispose:

come una persona colpita da una freccia avvelenata non perde tempo a sapere tutto di questa freccia, dell’arco e dell’arciere che l’ha scagliata, ma vuole che venga estratta il più presto possibile, poichè è in gioco la sua vita, così chi pratica la disciplina buddhista non si pone problemi metafisici, ma fa tutto quello che può per uscire dalla catena delle rinascite prima che giunga il momento della morte e sia troppo tardi.

Il Nirvāna dei buddhisti può essere accostato all’idea di samādhi dello Yoga. Patañjali parla di due tipi di samādhi, l’enstàsi coscia (samprajñāta-samādhi) e l’enstàsi inconscia (asamprajñāta-samādhi); quest’ultimo in particolare, è uno stato in cui sembra che la mente non esista più, al quale si perviene attraverso un completo distacco (vairāgya).

È, come il Nirvāna, il fine ultimo per il praticante.

 

 

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Author: ayurvedicpoint

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